La “Classifica Censis delle Università Italiane”, che da oltre due decadi accompagna gli studenti nelle loro scelte universitarie, anche quest’anno è puntualmente disponibile. Essa riguarda atenei statali e non statali, divisi in categorie, rispetto alle dimensioni.
Il sistema universitario nazionale lo scorso anno ha contrastato con successo l’onda d’urto dell’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia di Covid-19. Si vede nel complesso rafforzata l’attrattività nei confronti dei giovani diciannovenni, che, al completamento dell’istruzione secondaria, decidono di proseguire il proprio percorso di studi.
Segnali positivi, anche in pandemia
Nell’anno accademico 2020-2021 la temuta contrazione delle nuove iscrizioni non è avvenuta, probabilmente grazie anche alle misure previste dal Decreto Rilancio del 2020. Tra queste troviamo stanziamenti addizionali per il diritto allo studio, l’allargamento della no tax area e la riduzione delle tasse per gli studenti dei nuclei familiari appartenenti alle fasce Isee più basse.
Misure emergenziali che hanno contrastato il paventato crollo delle immatricolazioni, ma che devono trovare una loro continuità in articolati interventi di lungo periodo. È auspicabile pertanto che gli stanziamenti previsti nel Pnrr segnino un punto di flesso nelle politiche per il diritto allo studio nel nostro Paese, penultimo in Europa per numero di giovani di 25-34 anni di età in possesso di un titolo di istruzione terziaria (solo il 28,9% nel 2020 a fronte di una media Ue 27 del 40,5%).
La crescita delle immatricolazioni del 4,4% registrata per l’a.a. 2020-2021 conferma e irrobustisce un andamento positivo che si ripete oramai da sette anni a questa parte. Il tasso di immatricolazione, calcolato sulla popolazione diciannovenne, ha così raggiunto quota 56,8%.
Classifica Censis delle Università Italiane, divisa per categorie dimensionali
- Tra i mega atenei statali (quelli con oltre 40.000 iscritti) nelle prime quattro posizioni si mantengono stabili, rispettivamente, l’Università di Bologna, Padova, La Sapienza di Roma e Firenze, che retrocede dal terzo al quarto posto. Rimane stabile in quinta posizione l’Università di Pisa cui segue Università di Torino. Al settimo posto si colloca una new entry: l’Università di Palermo, passata dai grandi ai mega atenei statali, che si posiziona prima della Statale di Milano. Ultima tra i mega atenei statali è l’Università di Napoli Federico II, preceduta dall’Università di Bari in penultima posizione.
- L’Università di Perugia mantiene la posizione di vertice della classifica dei grandi atenei statali (da 20.000 a 40.000 iscritti). Sale di sei posizioni l’Università di Salerno, che passa dall’ottavo al secondo posto. Arretra di una posizione l’Università di Pavia, che scende in terza posizione a causa soprattutto della riduzione di tre punti dell’indicatore delle borse e altri servizi in favore degli studenti. Stabile al quarto posto l’Università della Calabria, a cui segue l’Università di Venezia Ca’ Foscari, che quest’anno compie un salto dimensionale che dai medi la porta al quinto posto tra i grandi atenei statali. Retrocede in sesta posizione, perdendo tre posizioni, l’Università di Parma, seguita dall’Università Milano Bicocca in settima posizione.
- Anche quest’anno è l’Università di Trento a guidare la classifica dei medi atenei statali (da 10.000 a 20.000 iscritti). L’Università di Siena scala una posizione e si colloca al secondo posto, scavalcando l’Università di Sassari che retrocede in terza, a pari merito con l’Università di Udine, che guadagna tre posizioni. La quarta posizione è mantenuta dall’altro ateneo friulano, l’Università di Trieste, che resta quarto in classifica. Altrettanto stabile, in quinta posizione, è l’Università Politecnica delle Marche. Sale, invece di tre posizioni l’Università del Salento che grazie alla crescita degli indicatori servizi, internazionalizzazione e occupabilità è sesta in graduatoria.
- Nella classifica dei piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti) difende la sua prima posizione l’Università di Camerino, seguita da un altro ateneo marchigiano, l’Università di Macerata. Scalano la classifica due atenei laziali, l’Università di Cassino, l’Università della Tuscia e un ateneo campano, l’Università del Sannio. Diversamente perdono posizioni l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, l’Università di Teramo e l’Università della Basilicata, che occupano la sesta, la settima e l’ottava posizione. Chiude la classifica dei piccoli atenei statali l’Università del Molise.
- La speciale classifica dei Politecnici, guidata anche quest’anno dal Politecnico di Milano, vede al secondo posto lo Iuav di Venezia e al terzo (ma quasi a pari merito) il Politecnico di Torino (90,2), seguito dal Politecnico di Bari, che chiude la classifica.
Tabelle riassuntive
Seguono ora le tabelle complete con le varie classifiche illustrate sopra, della Classifica Censis delle Università Italiane.





Per approfondire: Classifica completa Censis
B. Perri